Cambio automatico e sicurezza
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- alex_ander1979
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Messaggio da alex_ander1979 » 03/12/2003, 22:45
Ho provato ultimamente una macchina con il cambio automatico e sono rimasto piacevolmente sorpreso da come essa sia piacevole e sicura nel denso traffico cittadino. Basta farla "scorrere" lasciando il freno, ai semafori, o nel denso groviglio che si genera in talune immissioni o rotatorie cittadine e ci si muove lentamente e piacevolmente in sicurezza.
Fine di frizione gas, eventuale frentata improvvisa, frizione ...
Tuttavia il cambio automatico non sempre cambia proprio quando vogliamo noi. Se si deve o si vuole accelerare in modo deciso - durante un sorpasso per esempio o in immissione in autostrada - non sempre il cambio automatico capisce subito le nostre intenzioni, mentre a mano si può comodamente scalare di una marcia, dare gas e così accelerare (ricambiando poi la marcia).
Se poi occorre una frenata molto brusca in alcune (rare) occasioni un buon cambio manuale può essere più sicuro di un automatico, potendo noi scalare subito quando lo vogliamo e non quando l'automatismo lo ritiene opportuno. Non so però se i cambi softip di ultima generazione non abbiano ampiamente superato tali inconvenient...
Fatemi sapere
Alex
Fine di frizione gas, eventuale frentata improvvisa, frizione ...
Tuttavia il cambio automatico non sempre cambia proprio quando vogliamo noi. Se si deve o si vuole accelerare in modo deciso - durante un sorpasso per esempio o in immissione in autostrada - non sempre il cambio automatico capisce subito le nostre intenzioni, mentre a mano si può comodamente scalare di una marcia, dare gas e così accelerare (ricambiando poi la marcia).
Se poi occorre una frenata molto brusca in alcune (rare) occasioni un buon cambio manuale può essere più sicuro di un automatico, potendo noi scalare subito quando lo vogliamo e non quando l'automatismo lo ritiene opportuno. Non so però se i cambi softip di ultima generazione non abbiano ampiamente superato tali inconvenient...
Fatemi sapere
Alex
Messaggio da SicurAUTO » 05/12/2003, 10:10
Verissimo ma...
Ho provato ultimamente una macchina con il cambio automatico e sono rimasto piacevolmente sorpreso da come essa sia piacevole e sicura nel denso traffico cittadino. Basta farla "scorrere" lasciando il freno, ai semafori, o nel denso groviglio che si genera in talune immissioni o rotatorie cittadine e ci si muove lentamente e piacevolmente in sicurezza.
Hai colpito nel segno!
Tuttavia il cambio automatico non sempre cambia proprio quando vogliamo noi. Se si deve o si vuole accelerare in modo deciso - durante un sorpasso per esempio o in immissione in autostrada - non sempre il cambio automatico capisce subito le nostre intenzioni, mentre a mano si può comodamente scalare di una marcia, dare gas e così accelerare (ricambiando poi la marcia).
I nuovi cambi sembrano essere ancora migliori e "by wire" cioè si adattano alla nostra guida... ma non ho avuto ancora il piacere di provarli... quindi non so sino a che punto siano migliorati davvero.
- alex_ander1979
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Messaggio da alex_ander1979 » 25/01/2004, 13:33
Voglio aggiungere una cosa importante e che devo confessare non sapevo.
E non la sapeva nemmeno il proprietario della macchina che aveva il cambio automatico !!!!!!!!!
Se con il cambio automatico si desidera effettuare per es. un sorpasso e si preme sull'acceleratore si ha l'impressione che la macchina non abbia ripresa, il che in effetti è vero visto che il cambio non scala la marcia verso il basso in tale condizione.
Tuttavia proprio per tali situazioni (sorpasso, immissione in autostrada, ecc.) è previsto il kickdown (credo si dica così): se si preme tutto il pedale del gas fino in fondo con rapidità la macchina scala verso il basso ed accelera bruscamente .... stà poi al guidatore dosare tale accelerazione.
E non la sapeva nemmeno il proprietario della macchina che aveva il cambio automatico !!!!!!!!!
Se con il cambio automatico si desidera effettuare per es. un sorpasso e si preme sull'acceleratore si ha l'impressione che la macchina non abbia ripresa, il che in effetti è vero visto che il cambio non scala la marcia verso il basso in tale condizione.
Tuttavia proprio per tali situazioni (sorpasso, immissione in autostrada, ecc.) è previsto il kickdown (credo si dica così): se si preme tutto il pedale del gas fino in fondo con rapidità la macchina scala verso il basso ed accelera bruscamente .... stà poi al guidatore dosare tale accelerazione.
Messaggio da L0R€NZ0 » 14/02/2007, 11:17
Ricordo quando acquistai la mia prima auto, il venditore nello spiegare il loro nuovo cambio super tecnologico mi disse: innesti la 1° marcia e parti, le altre servono per proseguire la marcia
Era un genio questo
Era un genio questo
Le mie bimbe:
(week end) Nissan 300ZX 3.000 282cv twinturbo.
(tutti i giorni tranne week) Grande Punto 1.400 StarJet 95cv Sport aspirato.
(week end) Nissan 300ZX 3.000 282cv twinturbo.
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Messaggio da marko » 14/02/2007, 14:12
beh...almeno ci ha provato dai...
io comunque sono un purista del cambio manuale...
anche se ho provato un CLK 270cdi con l'automatico e in effetti è comodo...però dai...toglie tutto il divertimento..
e se mi togli il divertimento del cambio su una macchina stile Brava 1.4 12v è finita proprio..
io comunque sono un purista del cambio manuale...
anche se ho provato un CLK 270cdi con l'automatico e in effetti è comodo...però dai...toglie tutto il divertimento..
e se mi togli il divertimento del cambio su una macchina stile Brava 1.4 12v è finita proprio..
Messaggio da pacotom » 15/02/2007, 19:16
Dico la mia da affezionato utilizzatore di automatica: dall'ottobre 2000 ho chiuso con la quotidiana ginnastica tacco-punta-leva e ho trovato pace! Metto in D e parto e faccio tutto con un piede solo, ci guadagnano sistema nervoso e (credo) anche la sicurezza di marcia, potendosi concentrare meglio su sterzo e freni. Questo è un mio articolo pubblicato su auto ormai 5 anni fa:
Cambia il cambio
(AUTO n. 1, Gen. 2002 - Elogio dell’automatico)
Qualcosa, nelle abitudini dell’automobilista italiano, si sta finalmente evolvendo: nei listini delle Case il cambio automatico figura sempre più spesso fra gli optional o, addirittura, viene fornito di serie, insieme al cambio sequenziale derivato direttamente dalle piste.
In molti paesi, come U.S.A. e Giappone, il cambio automatico è la norma e quello manuale c’è solo su alcune blasonate sportive. Ma l’utente tipo, che resta inscatolato per ore nei grossi centri urbani, ha capito da quarant’anni che la ginnastica forzata di rotule e menischi può innescare microtraumatismi e patologie, spesso insospettate o trascurate e contiene una forte componente ansiogena che, alla lunga, danneggia il sistema nervoso. Il cambio automatico ha garantito ad intere generazioni di utenti una guida rilassante, meno nevrotica e senz’altro più sicura.
Nelle metropoli italiane la situazione, da molto tempo, è identica, solo che pochi sembrano essersene accorti. Si invocano interventi straordinari per la mobilità, l’apertura di nuove strade e l’ampliamento di quelle esistenti, parcheggi… e si continua a smanettare con la leva e a pompare col piede sinistro, perfettamente sincronizzato col destro, 1000 e più volte al giorno, assoggettandosi ad uno stress certamente evitabile. Curioso, l’italiano medio: rifugge come la peste le fotocamere manuali, acquista elettrodomestici ipertecnologici che racchiudono l’intera Silycon Valley, pretende il climatizzatore automatico, la ricerca automatica delle stazioni radio, il navigatore satellitare, il rilevatore di pioggia che aziona il tergi, i sensori che accendono i fari… ma la leva del cambio, quella, deve restare lì, al suo posto. Deve troneggiare sul tunnel fra i sedili, ergersi in tutta la sua virulenza (che sia un simbolo fallico?) davanti ai comandi della climatizzazione (automatica).
Le riserve più comuni sul cambio automatico sono note: peggiora prestazioni e consumi, è fragile, manca il freno motore. Tutte remore ancora vive nell’immaginario collettivo, ma ormai sbaragliate dall’evoluzione tecnica che, specialmente negli ultimi tempi, ha prodotto innovazioni epocali, con realizzazioni che eguagliano o migliorano prestazioni e consumi; l’affidabilità è ormai uno dei punti di forza degli automatici, meno soggetti ad usura, mentre per le discese c’è la posizione “Low”, che impedisce il passaggio ai rapporti superiori.
Ma la vera resistenza, quella più forte, è di origine psicologica: anni fa le sigle Idroconvert, Variomatic, Selecta erano un marchio d’infamia, identificavano automobili sbrigativamente considerate dai vari “Turbina Rovente” come destinate all’imbranato irrecuperabile, non certo al supercampione del volante che alberga in ciascuno di noi. Oggi invece le sigle CVT, Tiptronic, Speedgear e simili, sempre più familiari, intonano il de profundis alla triade acceleratore – freno – frizione, croce e delizia dei nostri primi approcci e degli istruttori di scuola guida.
Assaporato il piacere dell’automatico non se ne può più fare a meno: partire senza centellinare frizione e gas, come si è bovinamente accettato per decenni, è una soddisfazione impagabile. Si parte sempre allo stesso modo, in pianura come in discesa, sul bagnato, sulla ghiaia, se si ha fretta o no, da soli o a pieno carico… che favola! Ma dove l’automatico emerge, in tutta la sua superiorità, è nella marcia stop and go: basta resistere alla tentazione di leggere il giornale mentre si lavora solo di piede destro. E’ sufficiente una settimana per abituarsi e poi tornare ad usare un’auto normale è un supplizio: si procede a balzi fin dall’avviamento, si torna a premere istericamente un pedale che non dovrebbe neppure esistere, si ha la sensazione di essere precipitati ai tempi in cui il motore si avviava con la manovella e il clacson emetteva quello strano muggito.
Paradossalmente, questa “scoperta” l’hanno già metabolizzata, da anni, i giovani scooteristi, categoria di per sé privilegiata nel traffico: la generale tendenza a preferire modelli automatici ha condizionato la produzione e oggi i 50 e le 125 col cambio (fuoristrada a parte) sono una razza in via d’estinzione, a tutto vantaggio di semplicità e sicurezza di guida. E il fenomeno si sta estendendo alle cilindrate superiori e alle moto tradizionali.
Che il “maturo” popolo degli automobilisti dovesse prendere lezioni di stile da quello degli imberbi scooteristi, nessuno se lo sarebbe aspettato.
***
Un unica osservazione a chi ha detto che in frenata l'automatico scala da solo: è vero il contrario, quando molli il gas quell'idiota capisce che vuoi passare al rapporto superiore e devi attaccarti ai freni (che infatti nelle automatiche sono potenziati, la mia ad esempio monta i dischi autoventilati, la "normale" no. Non esiste freno motore e quindi bisogna fare più attenzione in certe situazioni, ad esempio non si può entrare forte in curva affidandosi alla scalata e le pastiglie durano un po' meno (però le ho appena cambiate dopo 6 anni, ma solo per sicurezza, visto che erano ancora al 50%, le sentivo meno "mordenti", forse perchè cristallizzate). Verissimo che da giovani il piacere di cambiare manualmente è impagabile, ma dopo molti anni di patente "piacere di guida" significa altre cose...
Cambia il cambio
(AUTO n. 1, Gen. 2002 - Elogio dell’automatico)
Qualcosa, nelle abitudini dell’automobilista italiano, si sta finalmente evolvendo: nei listini delle Case il cambio automatico figura sempre più spesso fra gli optional o, addirittura, viene fornito di serie, insieme al cambio sequenziale derivato direttamente dalle piste.
In molti paesi, come U.S.A. e Giappone, il cambio automatico è la norma e quello manuale c’è solo su alcune blasonate sportive. Ma l’utente tipo, che resta inscatolato per ore nei grossi centri urbani, ha capito da quarant’anni che la ginnastica forzata di rotule e menischi può innescare microtraumatismi e patologie, spesso insospettate o trascurate e contiene una forte componente ansiogena che, alla lunga, danneggia il sistema nervoso. Il cambio automatico ha garantito ad intere generazioni di utenti una guida rilassante, meno nevrotica e senz’altro più sicura.
Nelle metropoli italiane la situazione, da molto tempo, è identica, solo che pochi sembrano essersene accorti. Si invocano interventi straordinari per la mobilità, l’apertura di nuove strade e l’ampliamento di quelle esistenti, parcheggi… e si continua a smanettare con la leva e a pompare col piede sinistro, perfettamente sincronizzato col destro, 1000 e più volte al giorno, assoggettandosi ad uno stress certamente evitabile. Curioso, l’italiano medio: rifugge come la peste le fotocamere manuali, acquista elettrodomestici ipertecnologici che racchiudono l’intera Silycon Valley, pretende il climatizzatore automatico, la ricerca automatica delle stazioni radio, il navigatore satellitare, il rilevatore di pioggia che aziona il tergi, i sensori che accendono i fari… ma la leva del cambio, quella, deve restare lì, al suo posto. Deve troneggiare sul tunnel fra i sedili, ergersi in tutta la sua virulenza (che sia un simbolo fallico?) davanti ai comandi della climatizzazione (automatica).
Le riserve più comuni sul cambio automatico sono note: peggiora prestazioni e consumi, è fragile, manca il freno motore. Tutte remore ancora vive nell’immaginario collettivo, ma ormai sbaragliate dall’evoluzione tecnica che, specialmente negli ultimi tempi, ha prodotto innovazioni epocali, con realizzazioni che eguagliano o migliorano prestazioni e consumi; l’affidabilità è ormai uno dei punti di forza degli automatici, meno soggetti ad usura, mentre per le discese c’è la posizione “Low”, che impedisce il passaggio ai rapporti superiori.
Ma la vera resistenza, quella più forte, è di origine psicologica: anni fa le sigle Idroconvert, Variomatic, Selecta erano un marchio d’infamia, identificavano automobili sbrigativamente considerate dai vari “Turbina Rovente” come destinate all’imbranato irrecuperabile, non certo al supercampione del volante che alberga in ciascuno di noi. Oggi invece le sigle CVT, Tiptronic, Speedgear e simili, sempre più familiari, intonano il de profundis alla triade acceleratore – freno – frizione, croce e delizia dei nostri primi approcci e degli istruttori di scuola guida.
Assaporato il piacere dell’automatico non se ne può più fare a meno: partire senza centellinare frizione e gas, come si è bovinamente accettato per decenni, è una soddisfazione impagabile. Si parte sempre allo stesso modo, in pianura come in discesa, sul bagnato, sulla ghiaia, se si ha fretta o no, da soli o a pieno carico… che favola! Ma dove l’automatico emerge, in tutta la sua superiorità, è nella marcia stop and go: basta resistere alla tentazione di leggere il giornale mentre si lavora solo di piede destro. E’ sufficiente una settimana per abituarsi e poi tornare ad usare un’auto normale è un supplizio: si procede a balzi fin dall’avviamento, si torna a premere istericamente un pedale che non dovrebbe neppure esistere, si ha la sensazione di essere precipitati ai tempi in cui il motore si avviava con la manovella e il clacson emetteva quello strano muggito.
Paradossalmente, questa “scoperta” l’hanno già metabolizzata, da anni, i giovani scooteristi, categoria di per sé privilegiata nel traffico: la generale tendenza a preferire modelli automatici ha condizionato la produzione e oggi i 50 e le 125 col cambio (fuoristrada a parte) sono una razza in via d’estinzione, a tutto vantaggio di semplicità e sicurezza di guida. E il fenomeno si sta estendendo alle cilindrate superiori e alle moto tradizionali.
Che il “maturo” popolo degli automobilisti dovesse prendere lezioni di stile da quello degli imberbi scooteristi, nessuno se lo sarebbe aspettato.
***
Un unica osservazione a chi ha detto che in frenata l'automatico scala da solo: è vero il contrario, quando molli il gas quell'idiota capisce che vuoi passare al rapporto superiore e devi attaccarti ai freni (che infatti nelle automatiche sono potenziati, la mia ad esempio monta i dischi autoventilati, la "normale" no. Non esiste freno motore e quindi bisogna fare più attenzione in certe situazioni, ad esempio non si può entrare forte in curva affidandosi alla scalata e le pastiglie durano un po' meno (però le ho appena cambiate dopo 6 anni, ma solo per sicurezza, visto che erano ancora al 50%, le sentivo meno "mordenti", forse perchè cristallizzate). Verissimo che da giovani il piacere di cambiare manualmente è impagabile, ma dopo molti anni di patente "piacere di guida" significa altre cose...
Re: Cambio automatico e sicurezza
Messaggio da tizio » 25/03/2016, 14:23
raga , ritorno dopo un po' di anni e vedo che il forum è bello attivo,
bene, come avevo promesso, mi sono fatto l'automatica, golf 160 cv dsg , che dire, FAVOLOSO
bene, come avevo promesso, mi sono fatto l'automatica, golf 160 cv dsg , che dire, FAVOLOSO
- ottobre_rosso
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Re: Cambio automatico e sicurezza
Messaggio da ottobre_rosso » 25/03/2016, 16:03
Cavolo tizio l'ultimo tuo messaggio risaliva al lontano 12 dicembre 2011
Quando passi davanti ad un ospedale vedi solo finestre ma non immagini quanti sognatori ci sono dietro il vetro
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