
Questa è (era!) la mia Atos, 30.000 km e nemmeno un graffio, finché una demente ha pensato bene di bucare uno stop ad almeno 80 all’ora e sfracellarmela, era il 25 luglio dell'anno scorso e fra 5 giorni sarebbe stato un anno esatto dal botto. Quando me la sono vista addosso, ho inchiodato, da 20 a 0 in un decimo di secondo, al momento dell'urto ero letteralmente fermo. Ha riconosciuto subito il suo torto, ha detto che aveva fretta e dopo avermi dato i suoi dati se n’è andata. Il mio primo errore è stato quello di non incatenarla sul posto e chiamare i viGGGili, che le avrebbero sicuramente elevato un bel verbale per sfondamento di stop e velocità non commisurata (e le ho pure regalato almeno 6 punti!). Il secondo errore è stato quello di provare a sbrigarmela da solo con l'assicurazione, alla quale volevo fare risparmiare le spese legali, pensando che questa cortesia li avrebbe indotti a non fare troppe storie (e infatti all’inizio è stato così). A parte i 10+10+10+7 giorni di prognosi di pacomoglie per colpo di frusta (distorsione del rachide cervicale per iperflessione laterale, la cintura l’avevamo), il primo preventivo (meccanico e carrozziere in sintonia) ammontava a 6700 €, su un valore commerciale di 3900-4000 e sono stato a pensarci su un bel po’, se mi conveniva ripararla o cambiarla. Visto che per un’auto nuova avrei dovuto mettercene almeno 6.000 (10.000 meno 4000 dell’assicurazione) e che di cambiare un’auto ancora nuova, non per libera scelta, ma per costrizione e libidine altrui, non mi andava, decido per la riparazione, dopo aver ricevuto ampie garanzie dal liquidatore che dietro presentazione di fatture avrebbero liquidato tutto. Intanto arriva agosto e resto senz’auto tutta l’estate, fortuna che per circolare c’è l’auto di pacomoglie (che poi è la “grossa” di famiglia). A metà settembre arrivano i pezzi e cominciano a ripararla, il liquidatore mi conferma che appena gli porto le fatture mi paga fino all’ultimo centesimo. Si scopre che il telaio anteriore è piegato verso destra, segno inequivocabile che l’auto non ha impattato contro un ostacolo, ma è stata urtata da un veicolo lanciato a forte velocità.

Tutte queste circostanze vengono evidenziate da meccanico, carrozziere, due perizie dell’assicurazione di controparte, con foto prima e dopo lo smontaggio del motore. Tutti hanno detto che è evidente che la mia velocità doveva essere bassissima: la mia auto non ha urtato frontalmente un ostacolo (infatti i fari sono sani e gli airbag non sono esplosi), ma è stata urtata, lateralmente (se ero mezzo metro più avanti e mi pigliava nello sportello mi sventrava). Più una perizia della MIA assicurazione. Sì, perché, scaduti i 90 giorni per la querela (che mi pento amaramente di NON aver presentato) la tizia inoltra domanda di risarcimento alla mia assicurazione, adducendo concorso di colpa (secondo lei andavo forte), bloccando praticamente ogni possibilità di risoluzione stragiudiziale della lite, infatti il liquidatore mi dice che a questo punto non può fare più nulla, essendo controversa la dinamica del sinistro e non essendo più certo che io abbia ragione, come gli avevo detto prima. Corro da un’avvocatessa, mia amica, che scrive subito una lettera di fuoco all’assicurazione e alla controparte, dopo dieci giorni mi arriva un assegno di 3.200 €, a titolo (secondo loro) di risarcimento integrale, ma lo incameriamo a titolo di acconto, rinnovando la richiesta di risarcimento integrale per una somma ancora da quantificare, ma stimata uguale a quella percepita, oltre ai danni fisici, biologici, esistenziali, morali ecc. ecc. Mi arriva una minacciosa lettera dell’avvocato della controparte, che sostiene che è tutta colpa mia, che correvo come un forsennato e ho centrato l’auto della signora che, poverina, aveva appena impegnato l’incrocio con estrema prudenza (!). Ingiunge alla mia assicurazione di pagare i danni subiti dalla sua assistita e diffida la propria dal pagare ulteriormente i miei. Intanto a metà ottobre mi ridanno l’auto, perfettamente riparata, con fatture per un totale di 5.900 € (di cui 200 di carri attrezzi per 3 trasporti fra le due officine). 3.200 li ho già avuti dall’assicurazione, disturbo il mio conto corrente anticipandone “solo” 2700, tanto già le vacanze erano saltate per l’infermità e l’incazzatura. In tutto questo, la mia amica è costretta a lasciare la professione e mi restituisce le carte. Quasi per caso, durante un ricorso dal GdP, incontro un altro amico d’infanzia, avvocato civilista specializzato in infortunistica stradale!


Peccato non potere quantificare i 3 mesi di fermo macchina (non sono uno che ci lavora), il disagio di combattere con meccanico, carrozziere, ortopedico, assicurazione, avvocati, le arrabbiature solenni quando scopri che l'idiota, dopo aver provato ad ammazzarti, vuole pure pagati i danni, il rimpianto di non averle stampato subito una querela per lesioni... Comunque, è finita bene, no?
