Ovviamente no.luca comandini ha scritto:l'estintore vale???
Mazza da baseball in auto...
Commenta insieme a noi il Nuovo Codice della Strada. Se hai ricevuto una multa e vorresti fare ricorso guarda qui. Tantissimi casi on line!
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Messaggio da Fustino83 » 18/04/2006, 17:33
Ma scusate esistono degli antifurti da attaccare al volante fatti a mazza da baseball, che tra l'altro pesano qualche chilo e sono di acciaio bello spesso, se sono legali quelli non vedo perchè la mazza vera di legno no .
E non mi dite che l'antifurto non me lo posso portare appresso altrimenti diventa un soprammobile da comodino e che lo compro a fà ?
E non mi dite che l'antifurto non me lo posso portare appresso altrimenti diventa un soprammobile da comodino e che lo compro a fà ?
Salud - Daniele
Messaggio da sicurdany » 18/04/2006, 18:15
Senza giustificato motivo, sottolineo... portare quei tipi di antifurto rientra nel giustificato motivo...se tu fossi un muratore e camminassi con 1 pala al seguito, in orari diurni, saresti giustificato x esempio... se tu fossi 1 giocatore di baseball e camminassi con 1 mazza da baseball, saresti giustificato e così via.Senza giustificato motivo, non possono essere portati...
Messaggio da pacotom » 18/04/2006, 19:00
Ma guarda che topic interessante, questa è materia "mia"
Alcuni anni fa scrivevo questo (scusino gli importi in £, un giorno o l'altro dovrò aggiornarli):
Cap. 10 - Le Armi Bianche
...
§ 2. E se mi porto il coltello?
Confondere le armi bianche con gli strumenti atti ad offendere, detti anche armi improprie, è abbastanza facile: fra un coltello da macellaio ed un Bowie knife passa una certa differenza estetica ed anche funzionale, mai però sufficientemente apprezzata dall’accoltellato, che giace in ospedale esattamente allo stesso modo, ricucito a dovere previa full immersion nella tintura di iodio; né dall’accoltellatore, che ha comunque raggiunto (prima l’accoltellato e poi) il suo scopo. Solo il giudice effettuerà un opportuno distinguo, condannando l’energumeno alla sacrosanta pena detentiva per il delitto principale (minacce, lesioni, omicidio) ed applicando poi l’esatta normativa relativa alla specifica fattispecie: porto abusivo d’arma, nel caso del pugnale; porto, senza giustificato motivo, di strumento atto ad offendere, nel caso del coltello (attenzione a quelli a scatto , che sono sempre armi).
Degli strumenti atti ad offendere (la cui semplice detenzione, non assoggettata a regime autorizzativo, è sempre lecita), l’art.4, L.110/75 vieta il porto, fuori dell’abitazione o delle appartenenze di essa “senza giustificato motivo”. La fattispecie, di natura contravvenzionale, è sanzionata con l’arresto da un mese ad un anno e con l’ammenda fino a £.400.000, ma è prevista l’irrogazione della sola ammenda “nei casi di lieve entità”.
Accanto a tale attenuante figura un’ipotesi aggravata, se il porto avviene in riunioni pubbliche (arresto da due a diciotto mesi e multa fino a £. 800.000). Dispone, inoltre, il 6°comma che la pena è raddoppiata se gli strumenti in parola “siano usati al fine di commettere reati”, a meno che l’uso di essi non costituisca aggravante specifica per il reato in concreto commesso.
Non v’è dubbio che l’elencazione operata dal 2° c. dell’art. 4 della L.110/75 abbia valore puramente indicativo, dovendosi ricomprendere in essa ogni strumento la cui destinazione naturale non sia l’offesa alla persona, ma che sia in concreto utilizzabile a tale fine.
Così è stata ritenuta sussistente la contravvenzione in esame nei casi di porto e/o uso lesivo del nerbo di bue , del cric dell’autoveicolo , di un fucile subacqueo e persino di un comune cavatappi , in mancanza di un valido motivo che ne giustificasse il porto. Il “giustificato motivo” richiesto dalla legge 110/75 (ma, ancor prima, dall’art. 42 T.U.L.P.S.) consiste nella obiettiva connessione tra la destinazione naturale dello strumento ed un complesso di circostanze, attinenti al tempo ed al luogo in cui il porto si verifica, nonché all’attività ed alla personalità del soggetto agente e dalle quali possa desumersi, al di là di ogni ragionevole dubbio, la liceità della condotta.
Per tornare a parlare da cristiani, possiamo dire che, in linea di principio, sono giustificati i motivi per cui, avuto riguardo alle circostanze di tempo e di luogo, la presenza di tali attrezzi appaia verosimilmente connessa all’asserita attività. A titolo d’esempio, è normale che un idraulico, in un giorno feriale ed in orario lavorativo, porti attrezzi indispensabili o quantomeno tipici dell’attività lavorativa normalmente esercitata, in luoghi ove essa è esercitabile. Mentre, se viene beccato alle due del mattino sotto casa dell’amante dell’ex moglie con la bava alla bocca e una chiave inglese da 2 kg. in mano, difficilmente riuscirà a convincere gli inquirenti che stava intervenendo per una chiamata urgente. Lo stesso discorso si può estendere ai macellai, ai fabbri, ai falegnami, ai barbieri, ai contadini, che per il loro lavoro fanno quotidiano e costante uso di attrezzi taglienti o comunque pericolosi e che dovranno pure andarli a comprare o portarli dall’arrotino, ogni tanto. E’ bene comunque ricordare anche qui la sostanziale differenza fra porto e trasporto: se per il primo è necessario un giustificato motivo, il secondo è sempre lecito, essendo esclusa la possibilità di un utilizzo immediato dell’attrezzo, custodito ad esempio dentro una cassetta o un involucro nel bagagliaio dell’auto.
In ordine agli scopi ricreativi di tali strumenti, si pensi invece a chi, in ore diurne, si porta nel bagagliaio dell’auto arco, frecce e paglione e li piazza in un prato deserto fuori città: sarà certamente giustificato; ma se si aggira con arco, frecce, copricapo di piume e tinture di guerra per le vie cittadine, qualcuno potrebbe chiamare il Generale Custer e attendere che arrivino i nostri. O ancora, appare naturale che un tizio, vicino ad una scogliera notoriamente frequentata da pescatori subacquei, vada in giro con muta, fucile pneumatico, fiocina, tridente e coltello da sub. Boy scout e campeggiatori sono certamente giustificati per le asce, i martelli e i coltelli che adoperano sul luogo in cui erigono le tende e spaccano legna, ma nella piazza del paese il discorso è diverso.
Ogni cacciatore poi, durante l’attività venatoria, è autorizzato a portare coltelli con cui finire lepri ferite, scuoiare conigli, squartare cinghiali, sgozzare cerbiatti indifesi , liberarsi la caviglia dalla tagliola anti-lupo e compiere altre raccapriccianti operazioni connesse all’esercizio dello sport preferito.
Qualche bello spirito porta normalmente “temperini” a serramanico dalla lama lunga 15 cm. o affilatissimi coltelli da cucina, oppure tiene sempre nel cruscotto dell’auto bastoni di legno o spranghe di ferro, “tanto, se mi fermano, una scusa la trovo, dico che li uso per aprire il cancello del casolare di campagna, che fa sempre un po’ di resistenza, o che sono rimasti lì dalla scampagnata domenicale di ieri...” . Mi pare superfluo precisare che tale pratica, oltre ad essere totalmente inutile, è la migliore scorciatoia per farsi qualche giorno di villeggiatura al Grand Hotel “Grazia & Giustizia” o in pensione completa al “Traumatologi & Ortopedici riuniti”.
Vediamo perché:
• in caso di aggressione, quasi sempre l’antagonista sarà più determinato di noi e sfrutterà l’effetto sorpresa; inoltre, nove volte su dieci, si tratterà di un apprezzato maestro nell’uso di rasoi, coltelli, bottiglie rotte, mazzuoli e simili, sia perché geneticamente predisposto, sia perché meticolosamente addestrato fin dalla tenera età, in frequentissimi incontri con avversari di pari livello agonistico nella premiata palestra-taverna Fiasco D’Oro;
• la nostra estrazione-tipo di ragionieri o professionisti di buona famiglia, poco avvezzi allo scontro fisico, sarà lenta ed impacciata e, lungi dall’approntarci un valido mezzo di difesa contro l’energumeno, lo farà incarognire maggiormente e, se prima potevamo contare su un briciolo di umanità (anche il lupo lascia andare il rivale che, porgendogli la gola, si dichiara sconfitto), adesso non potremo giovarci di alcun eventuale suo ripensamento; in pratica lo autorizzeremo a sderenarci di mazzate;
• le nostre scuse puerili, oltre a non avere alcun effetto “ammorbidente” sugli agenti della forza pubblica, dovremo comunque andare ad esporle al giudice, tramite un avvocato, che comunque vorrà qualche milioncino di anticipo per le innumerevoli spese processuali; nel frattempo, se avevamo in corso una pratica per il rilascio di autorizzazioni di polizia in materia di armi, potremo metterci una bella pietra sopra, almeno fino alla sentenza di assoluzione, che non è mica poi tanto sicura, anzi.
Qualche altro assaggio qui
Alcuni anni fa scrivevo questo (scusino gli importi in £, un giorno o l'altro dovrò aggiornarli):
Cap. 10 - Le Armi Bianche
...
§ 2. E se mi porto il coltello?
Confondere le armi bianche con gli strumenti atti ad offendere, detti anche armi improprie, è abbastanza facile: fra un coltello da macellaio ed un Bowie knife passa una certa differenza estetica ed anche funzionale, mai però sufficientemente apprezzata dall’accoltellato, che giace in ospedale esattamente allo stesso modo, ricucito a dovere previa full immersion nella tintura di iodio; né dall’accoltellatore, che ha comunque raggiunto (prima l’accoltellato e poi) il suo scopo. Solo il giudice effettuerà un opportuno distinguo, condannando l’energumeno alla sacrosanta pena detentiva per il delitto principale (minacce, lesioni, omicidio) ed applicando poi l’esatta normativa relativa alla specifica fattispecie: porto abusivo d’arma, nel caso del pugnale; porto, senza giustificato motivo, di strumento atto ad offendere, nel caso del coltello (attenzione a quelli a scatto , che sono sempre armi).
Degli strumenti atti ad offendere (la cui semplice detenzione, non assoggettata a regime autorizzativo, è sempre lecita), l’art.4, L.110/75 vieta il porto, fuori dell’abitazione o delle appartenenze di essa “senza giustificato motivo”. La fattispecie, di natura contravvenzionale, è sanzionata con l’arresto da un mese ad un anno e con l’ammenda fino a £.400.000, ma è prevista l’irrogazione della sola ammenda “nei casi di lieve entità”.
Accanto a tale attenuante figura un’ipotesi aggravata, se il porto avviene in riunioni pubbliche (arresto da due a diciotto mesi e multa fino a £. 800.000). Dispone, inoltre, il 6°comma che la pena è raddoppiata se gli strumenti in parola “siano usati al fine di commettere reati”, a meno che l’uso di essi non costituisca aggravante specifica per il reato in concreto commesso.
Non v’è dubbio che l’elencazione operata dal 2° c. dell’art. 4 della L.110/75 abbia valore puramente indicativo, dovendosi ricomprendere in essa ogni strumento la cui destinazione naturale non sia l’offesa alla persona, ma che sia in concreto utilizzabile a tale fine.
Così è stata ritenuta sussistente la contravvenzione in esame nei casi di porto e/o uso lesivo del nerbo di bue , del cric dell’autoveicolo , di un fucile subacqueo e persino di un comune cavatappi , in mancanza di un valido motivo che ne giustificasse il porto. Il “giustificato motivo” richiesto dalla legge 110/75 (ma, ancor prima, dall’art. 42 T.U.L.P.S.) consiste nella obiettiva connessione tra la destinazione naturale dello strumento ed un complesso di circostanze, attinenti al tempo ed al luogo in cui il porto si verifica, nonché all’attività ed alla personalità del soggetto agente e dalle quali possa desumersi, al di là di ogni ragionevole dubbio, la liceità della condotta.
Per tornare a parlare da cristiani, possiamo dire che, in linea di principio, sono giustificati i motivi per cui, avuto riguardo alle circostanze di tempo e di luogo, la presenza di tali attrezzi appaia verosimilmente connessa all’asserita attività. A titolo d’esempio, è normale che un idraulico, in un giorno feriale ed in orario lavorativo, porti attrezzi indispensabili o quantomeno tipici dell’attività lavorativa normalmente esercitata, in luoghi ove essa è esercitabile. Mentre, se viene beccato alle due del mattino sotto casa dell’amante dell’ex moglie con la bava alla bocca e una chiave inglese da 2 kg. in mano, difficilmente riuscirà a convincere gli inquirenti che stava intervenendo per una chiamata urgente. Lo stesso discorso si può estendere ai macellai, ai fabbri, ai falegnami, ai barbieri, ai contadini, che per il loro lavoro fanno quotidiano e costante uso di attrezzi taglienti o comunque pericolosi e che dovranno pure andarli a comprare o portarli dall’arrotino, ogni tanto. E’ bene comunque ricordare anche qui la sostanziale differenza fra porto e trasporto: se per il primo è necessario un giustificato motivo, il secondo è sempre lecito, essendo esclusa la possibilità di un utilizzo immediato dell’attrezzo, custodito ad esempio dentro una cassetta o un involucro nel bagagliaio dell’auto.
In ordine agli scopi ricreativi di tali strumenti, si pensi invece a chi, in ore diurne, si porta nel bagagliaio dell’auto arco, frecce e paglione e li piazza in un prato deserto fuori città: sarà certamente giustificato; ma se si aggira con arco, frecce, copricapo di piume e tinture di guerra per le vie cittadine, qualcuno potrebbe chiamare il Generale Custer e attendere che arrivino i nostri. O ancora, appare naturale che un tizio, vicino ad una scogliera notoriamente frequentata da pescatori subacquei, vada in giro con muta, fucile pneumatico, fiocina, tridente e coltello da sub. Boy scout e campeggiatori sono certamente giustificati per le asce, i martelli e i coltelli che adoperano sul luogo in cui erigono le tende e spaccano legna, ma nella piazza del paese il discorso è diverso.
Ogni cacciatore poi, durante l’attività venatoria, è autorizzato a portare coltelli con cui finire lepri ferite, scuoiare conigli, squartare cinghiali, sgozzare cerbiatti indifesi , liberarsi la caviglia dalla tagliola anti-lupo e compiere altre raccapriccianti operazioni connesse all’esercizio dello sport preferito.
Qualche bello spirito porta normalmente “temperini” a serramanico dalla lama lunga 15 cm. o affilatissimi coltelli da cucina, oppure tiene sempre nel cruscotto dell’auto bastoni di legno o spranghe di ferro, “tanto, se mi fermano, una scusa la trovo, dico che li uso per aprire il cancello del casolare di campagna, che fa sempre un po’ di resistenza, o che sono rimasti lì dalla scampagnata domenicale di ieri...” . Mi pare superfluo precisare che tale pratica, oltre ad essere totalmente inutile, è la migliore scorciatoia per farsi qualche giorno di villeggiatura al Grand Hotel “Grazia & Giustizia” o in pensione completa al “Traumatologi & Ortopedici riuniti”.
Vediamo perché:
• in caso di aggressione, quasi sempre l’antagonista sarà più determinato di noi e sfrutterà l’effetto sorpresa; inoltre, nove volte su dieci, si tratterà di un apprezzato maestro nell’uso di rasoi, coltelli, bottiglie rotte, mazzuoli e simili, sia perché geneticamente predisposto, sia perché meticolosamente addestrato fin dalla tenera età, in frequentissimi incontri con avversari di pari livello agonistico nella premiata palestra-taverna Fiasco D’Oro;
• la nostra estrazione-tipo di ragionieri o professionisti di buona famiglia, poco avvezzi allo scontro fisico, sarà lenta ed impacciata e, lungi dall’approntarci un valido mezzo di difesa contro l’energumeno, lo farà incarognire maggiormente e, se prima potevamo contare su un briciolo di umanità (anche il lupo lascia andare il rivale che, porgendogli la gola, si dichiara sconfitto), adesso non potremo giovarci di alcun eventuale suo ripensamento; in pratica lo autorizzeremo a sderenarci di mazzate;
• le nostre scuse puerili, oltre a non avere alcun effetto “ammorbidente” sugli agenti della forza pubblica, dovremo comunque andare ad esporle al giudice, tramite un avvocato, che comunque vorrà qualche milioncino di anticipo per le innumerevoli spese processuali; nel frattempo, se avevamo in corso una pratica per il rilascio di autorizzazioni di polizia in materia di armi, potremo metterci una bella pietra sopra, almeno fino alla sentenza di assoluzione, che non è mica poi tanto sicura, anzi.
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Messaggio da Kunta Kinte » 18/04/2006, 19:12
Mi inchino alla conoscenza di Paco........
Dopotutto è materia "sua" come ha detto e quindi solo lui poteva spiegarla così bene e in modo comprensibile.
Dopotutto è materia "sua" come ha detto e quindi solo lui poteva spiegarla così bene e in modo comprensibile.
meglio fare una multa in meno che farne una sbagliata L.Ciccola
Messaggio da Fustino83 » 18/04/2006, 19:30
Stam***hia Paco ci ho perso mezz'ora a leggere tutto, e mi sà che non ho capito neanche tutto, la prossima volta non puoi mettere un sunto
Cmq alla fine direi che vada per l'antifurto simil mazza, si ha giustificato motivo di portarlo e se percaso incontri un ubriaco che non ha belle intenzioni puoi far valere i tuoi diritti. No perchè un mio amico lo hanno tamponato da dietro (in auto intendo ) una notte e tra poco si beccava una coltellata da due ubriachi persi, sai com'è prevenire è meglio che curare !
Cmq alla fine direi che vada per l'antifurto simil mazza, si ha giustificato motivo di portarlo e se percaso incontri un ubriaco che non ha belle intenzioni puoi far valere i tuoi diritti. No perchè un mio amico lo hanno tamponato da dietro (in auto intendo ) una notte e tra poco si beccava una coltellata da due ubriachi persi, sai com'è prevenire è meglio che curare !
Salud - Daniele
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