Nulla di strano penserete voi ed invece non è così, perché il nostro lettore ha passato una vera e propria odissea per riuscire a riavere la patente.
Ecco com'è andata...
E’ incredibile vedere come un cittadino, che ha sicuramente sbagliato ma vuole semplicemente pagare quanto previsto dalla legge, finisca dentro i meandri contorti della burocrazia italiana.Lo scorso 17 maggio Mario (nome di fantasia) viene fermato verso le 3:00 del mattino da una pattuglia dei Carabinieri. Viene sottoposto al consueto screening con l’apparecchio “manuale” in dotazione alle forze di polizia (precursore) e successivamente all’etilometro vero e proprio (l’unico in grado di rilevare correttamente il tasso alcolemico e di rilasciarne prova).
La prima misurazione è 0,68, la seconda effettuata dopo 10 min. segna 0,69 g/l.
Gli viene quindi immediatamente ritirata la patente e consegnato il verbale (articolo 186 del CdS) che Mario diligentemente firma (dopotutto sapeva di avere bevuto). I Carabinieri lo informano che avrebbe potuto contestare il verbale, entro 30 giorni, tramite il Giudice di Pace.
Dopo circa 1 mese Mario non riceve ancora nessuna notifica da parte del Prefetto, il quale dovrebbe comunicargli per quanti mesi sarà sospesa la sua patente (da 3 a 6 mesi recita l’articolo). Mario attende ancora qualche giorno (sono passati 45gg) e a questo punto scrive al Prefetto ai sensi dell’articolo 218 che recita così: “Qualora l'ordinanza di sospensione non sia emanata nel termine di quindici giorni, il titolare della patente può ottenerne la restituzione da parte della prefettura.”
Scrive per R.R. e riceve sia la cartolina di avvenuta ricezione sia, dopo 3 gg, la risposta del Prefetto che dice che questa norma, relativa alla restituzione, non vale più (non abbiamo però ottenuto da Mario il testo reale che ha ricevuto).
Finalmente il 22 giugno (dopo due mesi!) arriva la notifica, recapitata a mano dagli stessi Carabinieri, di sospensione della patente per 3 mesi. Nella notifica si parla anche dell’obbligo di sottoporsi a delle visite di controllo prima di riottenere la patente, visite da prenotare a cura dell’interessato entro 60gg (90gg se lavoratore all’estero).
Ed è qui che inizia il vero calvario del nostro lettore…
Mario, che è residente a Palermo, ha dovuto capire da solo come e dove prenotare le visite. Si è quindi recato all’ASL competente per le patenti e ha:
- compilato un modulo
- pagato 2 bollettini (importo circa 30 €uro)
- portato fotocopia carta d’identità
- portato copia della notifica ricevuta a casa
Gli danno appuntamento dopo circa 30gg (24 agosto) per la visita con il medico/oculista alle ore 14:00. Lui si presenza in orario ma scopre che le visite iniziano alle 15:30 e che già ci sono 20 persone a turno! (alla faccia della “prenotazione”). Pertanto entra dal medico alle 17:25.
La visita consta di: anamnesi e visita oculistica classica.
Gli viene dato un modulo da compilare per recarsi l’indomani mattina al SerT di zona (che ricordiamo essere i Servizi per le Tossicodipendenze…). Si reca quindi al SerT digiuno, paga circa 55 €uro di ticket e gli vengono fatti gli esami delle urine (alla ricerca di: eroina, cocaina, morfina, cannabinoidi, benzodiazepine). La mattina stessa Mario viene mandato all’ASL di zona per il 1° esame di sangue. Solo dopo 2gg può andare a ritirare il certificato degli esami di sangue che porta al SerT, mentre per quelli di urine ci penserà lo stesso SerT a recapitarlo alla Psichiatra.
Dopo 10gg Mario è costretto a tornare a Palermo lui lavora all’estero dai primi di agosto) e a spendere circa 500 €uro non previsti, visto che nessuno l’aveva avvisato di questo 2° controllo…
Si reca nuovamente alla ASL di zona per il 2° prelievo di sangue. Subito dopo corre al SerT perché lo attende il colloquio con la Psichiatra che gli chiede notizie sulla famiglia, su di lui, sulla serata in cui è stato fermato, etc…
In questa occasione conosce che l’esame delle urine è andato ok. Resta solo da attendere il 2° prelievo di sangue fatto la mattina stessa.
Dopo 2gg va a ritirare il 2° esame di sangue alla ASL e lo porta dalla Psichiatra del SerT che gli rilascia un certificato. Con questo certificato torna alla prima ASL (dove ha fatto l’esame oculistico) e il medico gli rilascia un altro certificato che attesta che è tutto ok. Il rinnovo però è valido solo per 2 anni.
Con questo certificato “finale” (manco fosse un trofeo) va in Prefettura (ufficio patenti) e fa richiesta di restituzione della patente. Scopre che gli comunicheranno più avanti (entro 10gg circa) quando potrà andarsi a riprendere la patente… e nel frattempo saranno passati quasi 4 mesi!
Per fortuna il nostro lettore ha potuto contare sull’aiuto dei familiari che gli hanno sbrigato tutte le pratiche delegabili, pensate quante ore o giorni di lavoro potrebbe costarvi il ritiro della patente se siete soli!
Per di più, seguendo tutte le norme alla lettera, Mario sta rimanendo senza patente per un periodo superiore a quello previsto…
Ovviamente ha sbagliato ed è giusto che paghi, tuttavia la burocrazia non può penalizzarlo ulteriormente.
Morale della favola: non mettetevi mai alla guida se avete bevuto troppo, perché oltre a mettere in pericolo voi stessi (la cosa più grave) rischiate di mettere in pericolo i vostri nervi!
Ps: tra due anni Mario dovrà affrontare la stessa trafila e lui era nella fascia “meno grave” di guida in stato d’ebbrezza. Non osiamo immaginare cosa possano passare le persone che superano lo 0,8 g/l o i 1,5 g/l.